giovedì 23 dicembre 2021

Gli Iperborei, di Pietro Castellitto | Bompiani

 Salve a tutti, lettori!

Oggi vi parlo di un romanzo molto particolare. 

Ho avuto la possibilità di leggerlo grazie alla casa editrice, che ringrazio per avermi inviato una copia cartacea. 


Gli Iperborei

Autore: Pietro Castellitto

Casa editrice: Bompiani

Prezzo di copertina: 18,00 €







Sono stati il leone, la balena, il cerbiatto, protagonisti di una recita di fine anno nella quale il canguro era scomparso e i suoi amici dovevano ritrovarlo. Adesso hanno quasi trent'anni e vagano nei meandri di una vita dorata: mangiano pesce crudo e patanegra, bevono vini pregiati, fumano essenze, assumono droghe come da bambini consumavano caramelle, navigano, festeggiano, inseguono le arti, tentano la politica. Hanno corpi scolpiti e vestiti costosi, sono figli di primari e giornalisti celebri, di miliardari dai patrimoni solidi e antichi o recenti e sospetti, ma sono anche gli eredi dei ribelli che hanno caratterizzato stagioni gloriose e disperate della storia: coloro che, prosperando nella pace, hanno invocato la guerra, che amando i genitori ne hanno patito le ipocrisie, smascherato le contraddizioni e sognato l'annientamento. Poldo Biancheri, "Ciccio" Tapia, Guenda Pech, Stella Marraffa, Aldo: hanno tutto ma si sentono in trappola, e questa è la loro estate, quella in cui vogliono uscire dal cerchio. È Poldo la voce narrante della loro ebbrezza, della loro sfida: racconta come se vedesse tutto già da una distanza, registrando ogni cosa con fermezza ma senza nascondere la nostalgia per un'infanzia ancora vicina, la rabbia verso padri che si sono presi tutto non lasciando che briciole, la tenerezza per i fratelli e i coetanei capaci di farsi del male per protesta o per amore. Poldo ha portato in barca con sé L'Anticristo, in cui Nietzsche sembra parlare di loro: «Guardiamoci in viso: noi siamo Iperborei... Abbiamo trovato l'uscita per interi millenni di labirinto. Oltre il nord, oltre il ghiaccio e la morte: la nostra vita, la nostra felicità...» L'esordio narrativo di Pietro Castellitto è sorprendente quanto l'opera d'arte scagliata dai suoi protagonisti dentro una piscina, doloroso come la voce di un figlio che soffre eppure capace di momenti di incanto, come gli occhi di un cerbiatto che brillano mentre la notte si spegne.




I protagonisti della storia di Pietro Castellitto sono dei giovani della borghesia romana, che vivono nei quartieri alti della Città Eterna.

La loro vita lussuosa è dedita alla continua ricerca dello sballo e della novità, si circondano, infatti, di alcool e droghe.

I cinque protagonisti sono portati ad esempio per descrivere una generazione circondata da continue mancanze e delusioni, che vive in una prigione dorata.

I personaggi risultano fastidiosi, ed è proprio questo l’obiettivo di Pietro Castellitto: mostrare una società difficile da accettare, proprio a causa dei suoi numerosi difetti, raccontata senza edulcorare la realtà.

Lo stile di scrittura è estremamente particolare, non é semplice da comprendere, e sta anche in questo la bellezza di questa storia, letta per comprendere due generazioni tanto diverse.


 


Nessun commento:

Posta un commento