martedì 4 agosto 2015

Battle Royale, Recensione

Battle Royale, Koushun Takami 




    Editore: Mondadori, Piccola Biblioteca Oscar Mondadori
    Genere: Distopico 
    Pagine: 663 pagine 
    Prezzo di copertina: 12 euro 



 Repubblica della Grande Asia dell'Est, 1997. Ogni anno una classe di quindicenni viene scelta per partecipare al Programma; e questa volta è toccato alla terza B della Scuola media Shiroiwa. Convinti di recarsi in una gita d'istruzione, i quarantadue ragazzi salgono su un pullman, dove vengono narcotizzati. Quando si risvegliano, lo scenario è molto diverso: intrappolati su un'isola deserta, controllati tramite collari radio, i ragazzi vengono costretti a partecipare a un "gioco" il cui scopo è uccidersi a vicenda. Finché non ne rimanga uno solo... Edito nel 1999, Battle Royale è un bestseller assoluto in Giappone, il libro più venduto di tutti i tempi; diventato fenomeno di culto, ha ispirato celebri film, manga sceneggiati dallo stesso Takami e videogiochi. Scritto con uno stile freddo e violento, è un classico del pulp, un libro controverso e ricco di implicazioni, nel quale molti hanno visto una potente metafora di cosa significhi essere giovani in un mondo dominato dal più feroce darwinismo sociale. Premetto di aver letteralmente adorato Hunger Games, e non si pu negare lo stretto legame tra i due romanzi. Sicuramente Susan Collins si è in qualche modo ispirata a Battle Royale, perché il contesto è molto diverso, un futuro distopico negli Stati Uniti, il 1997 in Asia, ma "l'arena" della Collins ci fa pensare molto a Battle Royale. Sicuramente, per , lo stile di scrittura è differente. Takami utilizza una terza persona immersa. In ogni capitolo, infatti, l'autore prende il punto di vista di un personaggio, utilizzando sempre la terza persona, e descrive e racconta quello che gli accade. Questo è un punto che non ho apprezzato particolarmente, non per la perizia con cui l'autore scrive, piuttosto per il fatto che, essendo 42 studenti, ci si perde con i nomi e le situazioni, spesso molto simili tra loro. Per attenuare questa difficoltà, e per aiutare il lettore a non perdersi, al termine di ogni capitolo c'è il resoconto di quanti sono gli studenti rimasti.
42 studenti rimasti
Ho apprezzato molto questo romanzo, anche se l'ho trovato confusionario per quanto riguardava la vastità dei nomi. (Troppi, e troppo simili e, per me che non sono abituata a nomi Giapponesi, è stato davvero molto difficile seguire pienamente, e ho dovuto rileggere diversi passaggi più di una volta.)

Consigliato a chi non si lascia impressionare facilmente, perché molte scene sono descritte in maniera troppo cruenta, e reale. 

                                                                                                                              
 Sommariamente ho deciso di conferire a questo romanzo 4/5



 Fatemi sapere quali sono state le vostre impressioni a riguardo, se l'avete letto, o meno! Grazie per aver letto la recensione, e buona lettura!

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