Oggi ho - finalmente - il piacere di parlarvi del nuovissimo romanzo, targato Mondadori.
Hunger games. Ballata dell'usignolo e del serpente
Autore: Suzanne Collins
Traduttore: Simona Brogli
Editore: Mondadori
Collana: Fantastica
Anno edizione: 2020
In commercio dal: 28 maggio 2020
Pagine: 480 p., Rilegato
Il mondo di Panem sessantaquattro anni prima degli eventi che hanno visto protagonista Katniss Everdeen. Tutto ha inizio la mattina della mietitura dei Decimi Hunger Games...
L'ambizione lo nutre. La competizione lo guida. Ma il potere ha un prezzo.
È la mattina della mietitura che inaugura la decima edizione degli Hunger Games. A Capitol City, il diciottenne Coriolanus Snow si sta preparando con cura: è stato chiamato a partecipare ai Giochi in qualità di mentore e sa bene che questa potrebbe essere la sua unica possibilità di accedere alla gloria. La casata degli Snow, un tempo potente, sta attraversando la sua ora più buia. Il destino del buon nome degli Snow è nelle mani di Coriolanus: l'unica, esile, possibilità di riportarlo all'antico splendore risiede nella capacità del ragazzo di essere più affascinante, più persuasivo e più astuto dei suoi avversari e di condurre così il suo tributo alla vittoria.
Sulla carta, però, tutto è contro di lui: non solo gli è stato assegnato il distretto più debole, il 12, ma in sorte gli è toccata la femmina della coppia di tributi. I destini dei due giovani, a questo punto, sono intrecciati in modo indissolubile. D'ora in avanti, ogni scelta di Coriolanus influenzerà inevitabilmente i possibili successi o insuccessi della ragazza. Dentro l'arena avrà luogo un duello all'ultimo sangue, ma fuori dall'arena Coriolanus inizierà a provare qualcosa per il suo tributo e sarà costretto a scegliere tra la necessità di seguire le regole e il desiderio di sopravvivere, costi quel che costi.
Suzanne Collins torna a parlare di Panem, in particolare di Capitol City. La storia è ambientata in quegli stessi luoghi che abbiamo imparato a conoscere anni dopo la storia principale.
Durante la decima edizione degli Hunger Games, Coriolanus Snow - il personaggio che abbiamo imparato a conoscere durante la trilogia precedente - diventa mentore di un tributo, in particolare di quello del Distretto 12: Lucy.
Una delle caratteristiche più rilevanti, rispetti alla Trilogia originale di Hunger Games, è il punto di vista. La storia viene narrata, infatti, attraverso Snow, l'antagonista che ben conosciamo. Questa volta, però, Suzanne Collins ha scelto di raccontare in terza persona singolare, differentemente dai precedenti romanzi.
Ho apprezzato particolarmente questa scelta, sono una grandissima fan della terza persona, e trovo che la Collins sia stata molto abile nel raccontarci questa vicenda. Sicuramente non è stata una scelta casuale, ma ha voluto sottolineare il divario tra noi lettori, affezionati ai distretti, e Coriolanus, un uomo crudele e meschino.
Il protagonista cambia proprio grazie a Lucy, il tributo del distretto inferiore. Impara a provare sentimenti positivi e puri, come l'amore. Sono questi stessi buoni sentimenti che lo faranno cambiare a tal punto da trasformarsi nello Snow che già conosciamo.
Riusciamo, quindi, a guardare gli Hunger Games in un modo totalmente differente rispetto alle successive edizioni. Non si riesce molto ad entrare in contatto con i protagonisti dei Giochi, proprio perché si è certamente più distanti dall'Arena, anche emotivamente.
Si possono vedere i Giochi dal punto di vista degli organizzatori anche della loro preparazione. Situazioni di cui noi lettori non avevamo potuto leggere, ma ne avevamo avuto un'idea grazie alla trasposizione cinematografica.
Altra notazione che vorrei fare, sta proprio nel titolo: Ballata. Non è stato scelto a caso, ma per una ragione. La parte musicale è molto importante. Sono presenti diverse canzoni, fondamentali ai fini della trama.
Per i lettori affezionati, ci sono diversi riferimenti alla Trilogia. La presenza di Tigris e i cognomi Cane e Heavensbee.
Sono rimasta piacevolmente stupita da questo romanzo. Non mi aspettavo potesse piacermi a tal punto, anche perché si affronta un mondo che ben conosciamo, in modo totalmente differente.
Gli Hunger Games sono diversi, sono meno spettacolari, ma sono entrambi necessari per mantenere il controllo sui distretti e per punire i ribelli.
Era tutto stabilito nel Trattato del Tradimento che aveva posto fine ai Giorni Bui dell' insurrezione dei distretti, una delle tante punizioni a carico dei ribelli.
Era un romanzo necessario?
Per quanto mi riguarda, sì.
Avevo bisogno di un punto di vista differente, di un Presidente Snow diverso, umano.
Avevo anche bisogno di affacciarmi in Hunger Games precedenti ai Settantaquattresimi. E avevo anche bisogno di immergermi nuovamente nella scrittura magistrale della Collins.
Leggetelo, soprattutto se avete amato i libri precedenti della Collins.
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