Salve a tutti, lettori, e non.
Questo articolo è dedicato alla mia città, ad una città che non c'è più da otto lunghi anni.
Molti si chiederanno il perché di questo mucchietto di parole buttato a casaccio sul mio blog, in realtà c'è un perché. Innanzitutto, vorrei raccontarvi cosa si prova a vivere in una città che c'è e non c'è, secondo poi, il mio blog si chiama Hope and Paper. Di solito mi soffermo sempre sulla carta, che è quello che più mi sta a cuore, ma oggi voglio parlarvi della speranza, di chi, come me, è nato e cresciuto in questa terra, una terra che conoscevano davvero in pochi, di cui ci si ricorda esclusivamente un giorno all'anno.
Trovo ipocrita il fatto di parlare della propria città soltanto in quest'occasione, ma oggi voglio provarci.
E' sempre stato difficile per me farlo, forse proprio perché odio uniformarmi alla massa, e parlare sempre delle stesse cose potrebbe risultare noioso. Oggi, però, trovandomi un fiume di parole da dire, ho deciso di riportarle qui, nel mio piccolo angolino.
La mia città è L'Aquila. Abito qui da ventuno anni, ossia da quando sono nata.
Oggi è una giornata speciale, o meglio, questa notte.
Ma speciale nel senso peggiore del termine, perché proprio alle tre e trentadue di otto anni fa un evento ha cambiato la vita di moltissimi.
Forse molti di voi lo avranno rimosso, o altri ancora non avranno fatto particolarmente attenzione quando si parlava del terremoto del 2009 qui, a L'Aquila. Molti avranno cambiato canale ma, credetemi, vissuto da qui ha sempre fatto un certo effetto.
Ero piccola all'epoca, frequentavo la seconda media, e a quell'età mi sono resa conto appena di ciò che stavo perdendo: una città.
In molti hanno perso delle persone care, parenti o amici, altri ancora la propria casa.
Io ero una di quelle.
"Casa" è una parola che ha un significato molto particolare per chi, come me, se ne è trovato privato. La mia casa è sempre stato un rifugio, un luogo dove avevo ciò che più mi era caro, tutti i ricordi, gli oggetti che usavo quotidianamente e che avevo sempre dato per scontati.
Non fatelo mai.
Non date mai per scontato un oggetto, una persona, la vostra casa, o ancora la vostra città, perché un momento c'è, venti secondi dopo potrebbe essere spazzato via.
Avere una città che c'è, ma allo stesso tempo è fantasma fa paura. Dopo otto anni ci si fa l'abitudine, probabilmente, ma non è normale passeggiare per le vie principali del centro storico e sentire il freddo gelido di case abbandonate che ti entra nelle ossa.
Non è normale sentirsi un fantasma che girovaga per le viuzze costeggiate dai cantieri.
Sì, dopo otto anni qualcosa si sta muovendo. Ma non è abbastanza, non per me.
Avrei potuto abbandonare questa città, ma non l'ho fatto. Per paura, direte voi, o forse per un tremendo senso di appartenenza a questo luogo, che avremmo potuto plasmare a nostro piacimento.
Venite a visitare questa città che dicono "morta".
L'Aquila non è morta. E' viva soltanto per chi è capace di vederla
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mercoledì 5 aprile 2017
sabato 1 aprile 2017
Milk and Honey
Buonasera a tutti, cari lettori.
Questo è un articolo un po' particolare, per un libro particolare, dato che ho intenzione di parlarvi di Milk and honey di Rupi Kaur, una donna indiana, ma trasferitasi a Toronto, in Canada.
Sono rimasta colpita dalla primissima pagina di questo straordinario volumetto, che conta appena 207 pagine, poiché l'autrice ha scritto questi versi proprio all'età di ventuno anni.
E' una scrittrice un po' particolare, perché la sua raccolta, in precedenza autopubblicata su Amazon, e solo successivamente acquistata da un editore, è stato un successo mondiale. E' anche nota come "Instapoet", infatti inizialmente cominciò a postare e a far conoscere i suoi versi tramite foto su Instagram.
Milk and honey è stata definita una raccolta di poesie, ma sarebbe piuttosto riduttivo, infatti abbiamo poesie di varia lunghezza, parti in prosa e dei disegni, o per meglio dire, degli schizzi, che aiutano a focalizzare meglio ciò che la scrittrice ha voluto esprimere e il contesto in cui le ha ideate.
La raccolta è suddivisa in quattro sezioni, di cui ognuna racchiude un tema, e sono: il ferire, l'amare, lo spezzare, il guarire.
Una piccola particolarità del libro, è che è tutto scritto in minuscolo, proprio per dare continuità ai pensieri, infatti è molto facile trovare un filo conduttore, ed è proprio la vita della giovane autrice.
E' stato spesso ripetuto che è un libro che ogni donna dovrebbe possedere e leggere. Ed è proprio così. Le ultime poesie sono, infatti, degli inni al femminismo. Esortano le donne ad avere cura di se stesse, di piacersi, di appoggiarsi l'una all'altra.
Le prime poesie sono molto crude, fanno parte, infatti, della raccolta il ferire. Sono state molto toccanti, in modo differente dalle altre. Si fa riferimento, infatti, all'infanzia non proprio felice di Rupi Kaur, e del suo rapporto con i genitori, totalmente diverso l'uno con l'altro.
Posso dire con sincerità che non ho fatto altro che versare lacrime per tutta la lettura del piccolo opuscolo. Anche con quattro versi l'autrice è in grado di farti commuovere, di tirare a galla emozioni.
La parte più interessante, per me, è stato il fatto che ogni poesia potrebbe adattarsi con facilità estrema alla vita di ciascuno di noi, in particolare delle donne.
Ho un legame speciale con questo libro, e il suo contenuto non mi ha affatto lasciato delusa.
Ha una carica emotiva altissima, e lo consiglio caldamente a tutte le donne.
Fate in modo che Rupi Kaur vi faccia emozionare, piangere, e pensare alla persona che amate, perché proprio l'amore, per se stessi e verso un'altra persona, è uno dei temi fondamentali della narrazione.
Anche se non avete una grossa familiarità con le poesie, leggetelo. Il linguaggio è talmente semplice ed il significato immediato, ma particolarmente carico di emozioni.
E' proprio questa semplicità a far sì che sia una raccolta di pensieri, di poesie adatto a chiunque.
Lo consiglio caldamente a tutti.
Conoscevate questa raccolta di poesie? Fatemi sapere qui giù se vi ha soddisfatto.
O, in alternativa, fatemi sapere se avete intenzione di leggerla ed immergervi nelle riflessioni di una donna, in grado di far emozionare il mondo intero proprio per la sua schiettezza e semplicità nel descrivere i suoi pensieri.
Questo è un articolo un po' particolare, per un libro particolare, dato che ho intenzione di parlarvi di Milk and honey di Rupi Kaur, una donna indiana, ma trasferitasi a Toronto, in Canada.
Sono rimasta colpita dalla primissima pagina di questo straordinario volumetto, che conta appena 207 pagine, poiché l'autrice ha scritto questi versi proprio all'età di ventuno anni.
E' una scrittrice un po' particolare, perché la sua raccolta, in precedenza autopubblicata su Amazon, e solo successivamente acquistata da un editore, è stato un successo mondiale. E' anche nota come "Instapoet", infatti inizialmente cominciò a postare e a far conoscere i suoi versi tramite foto su Instagram.
Milk and honey è stata definita una raccolta di poesie, ma sarebbe piuttosto riduttivo, infatti abbiamo poesie di varia lunghezza, parti in prosa e dei disegni, o per meglio dire, degli schizzi, che aiutano a focalizzare meglio ciò che la scrittrice ha voluto esprimere e il contesto in cui le ha ideate.
La raccolta è suddivisa in quattro sezioni, di cui ognuna racchiude un tema, e sono: il ferire, l'amare, lo spezzare, il guarire.
Una piccola particolarità del libro, è che è tutto scritto in minuscolo, proprio per dare continuità ai pensieri, infatti è molto facile trovare un filo conduttore, ed è proprio la vita della giovane autrice.
E' stato spesso ripetuto che è un libro che ogni donna dovrebbe possedere e leggere. Ed è proprio così. Le ultime poesie sono, infatti, degli inni al femminismo. Esortano le donne ad avere cura di se stesse, di piacersi, di appoggiarsi l'una all'altra.
Le prime poesie sono molto crude, fanno parte, infatti, della raccolta il ferire. Sono state molto toccanti, in modo differente dalle altre. Si fa riferimento, infatti, all'infanzia non proprio felice di Rupi Kaur, e del suo rapporto con i genitori, totalmente diverso l'uno con l'altro.
Posso dire con sincerità che non ho fatto altro che versare lacrime per tutta la lettura del piccolo opuscolo. Anche con quattro versi l'autrice è in grado di farti commuovere, di tirare a galla emozioni.
La parte più interessante, per me, è stato il fatto che ogni poesia potrebbe adattarsi con facilità estrema alla vita di ciascuno di noi, in particolare delle donne.
Ho un legame speciale con questo libro, e il suo contenuto non mi ha affatto lasciato delusa.
Ha una carica emotiva altissima, e lo consiglio caldamente a tutte le donne.
Fate in modo che Rupi Kaur vi faccia emozionare, piangere, e pensare alla persona che amate, perché proprio l'amore, per se stessi e verso un'altra persona, è uno dei temi fondamentali della narrazione.
Anche se non avete una grossa familiarità con le poesie, leggetelo. Il linguaggio è talmente semplice ed il significato immediato, ma particolarmente carico di emozioni.
E' proprio questa semplicità a far sì che sia una raccolta di pensieri, di poesie adatto a chiunque.
Lo consiglio caldamente a tutti.
Conoscevate questa raccolta di poesie? Fatemi sapere qui giù se vi ha soddisfatto.
O, in alternativa, fatemi sapere se avete intenzione di leggerla ed immergervi nelle riflessioni di una donna, in grado di far emozionare il mondo intero proprio per la sua schiettezza e semplicità nel descrivere i suoi pensieri.
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