Salve a tutti, lettori!
Oggi vi parlo di un romanzo che mi ha tenuto incollata alle pagine, una storia che tutti dovrebbero leggere.
Il digiunatore
Autore: Enzo Fileno Carabba
Casa editrice: Ponte alle Grazie
Prezzo di copertina: € 16,00
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Nato a metà Ottocento a Cesenatico Ponente, terra di mangiatori, Giovanni Succi si impone sulla scena del mondo come il più grande digiunatore di tutti i tempi. C’è qualcosa in lui di invulnerabile, che non si arrende neanche all’evidenza. Qualcosa che ha imparato ancora bambino dalle carovane dei circhi, quando scendevano dal Paradiso Terrestre verso la pianura romagnola. Alla saggezza errante dei saltimbanchi, Giovanni deve la sua gioia e la sua salvezza, l’urgenza di diventare quello che è: uno spirito sensibile, un leone indomabile, un profeta immortale. Guidato dall’utopia del socialismo e dal battito del suo cuore, veleggia libero come un elisir attraverso deserti e savane, cespugli e radure, nuvole e gabbie, e mette il suo digiuno al servizio dell’umanità. Coltivando in sé la sorgente di una speranza illimitata – riflessa in donne dai nomi armoniosi quali Ginevra, Gigliola, Guerranda –, segue il suo respiro per il mondo, dal Canale di Suez al manicomio della Lungara, dalle strade del Cairo e di Milano alle corsie della Salpêtrière. Incontra donne-belve e grandi esploratori, Sigmund Freud e Buffalo Bill, mentre l’Occidente sfocia nella modernità e perde per sempre l’innocenza.
L'autore Enzo Fileno Carabba - vincitore del premio Calvino - ha voluto portare su carta la storia estremamente particolare di un personaggio realmente esistito, Giovanni Succi, nato a Cesenatico a metà dell'Ottocento, di cui ha scritto anche Kafka in un famoso racconto.
Una biografia romanzata che mi ha tenuto incollata alle pagine, sia per lo stile di scrittura lineare e coinvolgente, sia per la bizzarra figura del protagonista, che ha un'avversione per il cibo solido fin da piccino.
Nonostante tutto, sembra non soffrire dalla mancanza di cibo, anzi, continua ad avere una fisicità robusta.
Infatti, Giovanni Succi preferisce nutrire il suo spirito e la sua anima.
Grazie a dei saltimbanchi riesce ad essere felice e a trovare un senso alla sua vita, diffondendo il "digiuno socialista" in lungo e in largo, come una forma di liberazione.
La vita di Giovanni è grandiosa, e viene raccontata in modo immaginifico, attraverso brevi e leggeri capitoli scritti da un autore che ha saputo emozionare i suoi lettori.
Una biografia al limite con la fantasia, che ha saputo però porre l'accento su una tematica estremamente importante: essere felici rinunciando a qualcosa.
In un mondo di consumismo, la vita di Giovanni Succi diventa un faro che porta alla riflessione.
Spesso accumulare "roba" non ci fa apprezzare davvero ciò che è più importante nella nostra vita: l'amore, l'affetto, il bene che si può provare verso gli altri.
Ho trovato la storia de Il digiunatore davvero di ispirazione, e trovo che possa essere altrettanto anche per altri lettori, quelli più esigenti e più sensibili, che riusciranno a trarre tanto dalla biografia romanzata di Giovanni Succi, che si rivela essere un inno alla rinuncia di ciò che è superfluo.
Voi a cosa sareste disposti a rinunciare nella vostra vita?
Fatemelo sapere qui giù nei commenti.
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